Presentazione di Arianna, Silvio e Carla
La mattina mi sveglio e, ancora distesa, guardo il soffitto. La prima cosa che mi viene in mente è che non voglio alzarmi, sotto le coperte si sta troppo bene. Prima che la sveglia suoni di nuovo mi soffermo a guardare i particolari dell’intonaco bianco sopra di me.
Il rumore metallico mi richiama, ancora una volta, alla vita reale. Con fatica scendo dal letto e cerco di non fare troppo tardi. Mi guardo allo specchio e provo a migliorare il mio aspetto con un po’ di trucco, poi scendo a fare colazione.
Intorno a me la mia famiglia sgambetta già pronta per la giornata: i miei genitori si avviano verso l’asilo con i miei fratelli e poi si recano al lavoro, mentre io cammino, corro o pedalo verso la scuola.
Qui passo in media sei ore al giorno, a volte anche di più, e di tanto in tanto mi stupisco di non averla ancora fatta andare in pezzi, anche se in fondo non mi dispiace poi così tanto perché mi permette di vedere i miei amici.
Appena arrivata saluto tutti e mi rendo conto che, volente o nolente, sono quei volti a darmi la forza di alzarmi la mattina e di percorrere la strada fino a qui. Ti confesso che la cosa migliore che mi sia mai successa è ridere fino al maldipancia con i miei compagni, le persone a cui tengo di più su questa terra.
I prof. spiegano, io scarabocchio su un foglio o sul margine del libro con una matita, mi fa concentrare e quasi riesco a immaginare una grande battaglia o una reazione chimica.
Alla fine della mattinata comincio a fare fatica a stare attenta… Gli insegnanti dicono che mi distraggo se guardo fuori dalla finestra. Mi distraggo da cosa? Il mio mondo è lì, voglio essere leggera tanto da volare.
La campanella suona, esco e… che ci sia bel tempo o stia diluviando, presa dalla fame scappo via di corsa, volo a casa o rimango a mangiare con i miei amici più stretti.
Dopo pranzo mi metto a studiare. Ogni tanto faccio una pausa, due o tre minuti per uno spuntino, un po’ di Facebook e qualche messaggino. Arrivato a sera il cellulare è fuso quasi quanto la mia testa per via di tutti gli sms mandati e ricevuti!
Dopo aver ripassato per l’ultima volta, cerco di dormire.
No, non cerco di dormire, cerco di pensare. Ho tanti sogni per la testa: vivere in una grande città, avere un lavoro prestigioso, divertirmi a più non posso finché non sarò stanca.
Ho un futuro, forse. Forse, perché… ne ho sentito parlare ai telegiornali: i giovani non sono la priorità del momento. Penso a quanto vorrei fare a quanto non faccio, a quanto sogno e a quanto realizzo. Penso a quanto crescerò, a quanto imparerò, a quanto scoprirò.
Penso che le idee non mi mancano, ma mi serve qualcos’altro.
Qualcosa per cambiare, per non cazzeggiare e basta.
Oh, aspetta, c’era quel libro…
Ah sì, il metodo, il metodo di studio, un metodo di vita…
Arianna, studentessa di 15 anni.
Ciao, sono Silvio Crosera e faccio lo psicologo-psicoterapeuta.
Non allarmarti, non sei sul lettino!!!
Mi piacerebbe che ne sapessi un po’ più di me, per meglio incontrarci nelle pagine che seguono. Per vedere chi sono puoi andare sul sito www. silviocrosera.it, ma io come faccio? Purtroppo non posso conoscere te che mi stai leggendo, ma mi piace pensare che ci possiamo incontrare tutte le volte che nel libro trovi una frase che puoi fare tua.
Quando incontro ragazzi e ragazze come te in studio… bene… anche per me è studio! Che cosa avviene lavorando con i ragazzi che mi interpellano? Ascolto le qualità, le caratteristiche personali, gli impedimenti o i limiti di ogni studente: è affascinante!
Devi sapere che il corpo, le emozioni e la mente sono strettamente legati tra di loro all’interno della persona e perché tutto funzioni perfettamente, anche per quanto riguarda la scuola, ci devono essere armonia, comunicazione e scambio fra le tre parti. Il mio impegno nasce dalla passione, dall’interesse, dalla curiosità, dalla voglia di scoprire come fare ad aiutare una persona ad… aiutarsi a trovare questo equilibrio.
Mi piacerebbe che questa fosse la visione anche del nostro manuale, volutamente semplice e diretta come l’abbiamo progettato insieme: editore e autori.
Avrai sicuramente incontrato degli adulti che ti hanno invitato ad impegnarti di più, a metterci più volontà per fare meglio… come se per bucare il muro di camera tua bastasse appoggiare i pugni e… spingere spingere spingere…
Forse è meglio un trapano… con un utensile si fa prima e… si fa meno fatica! Ecco due punti sui quali io mi impegno con te: farti fare prima e con poca fatica.
Mhmm… Dove sta il trucco? Dirai tu.
Il trucco sta nel tener conto tutti i santi giorni di qualche piccolo segreto, suggerimento o strategia che troverai nelle pagine che seguono!
Chiedo ai ragazzi che ho davanti in che cosa vorrebbero migliorare nella loro vita. C’è chi desidera una marcia in più nello sport, chi spera di avere più amici, chi non vuole più avere due o tre materie sotto…
Bene, tu stai già pensando a che cosa vorresti migliorare nella tua vita?
Non pensare che questo discorso non c’entri niente con il progetto di realizzare il proprio metodo di studio! C’entra eccome! Si tratta della tua FELICITA’!!
Anche tu avrai materie e prof. che ti piacciono e ti fanno sentire bene – e fin qui tutto ok, ti sembra naturale! Bene, potrai sentire lo stesso appagamento applicando un po’ di metodo a quelle materie per cui non hai, per così dire, una naturale inclinazione: mi spiego?
Sicuramente avrai un hobby, una passione che ti procura un sacco di soddisfazione. Bene! Quando incontri qualche difficoltà o il gioco si fa duro… che cosa fai? Stringi i denti, tiri fuori tutto quello che hai e ti applichi col massimo dell’attenzione, così quando l’ostacolo viene superato sei ancora più felice di quando le cose ti piovono dal cielo, vero?
Felicità! Questo è il nostro obiettivo, durante un anno di allenamento e di partite giocate al massimo. Al massimo di quello che è il tuo livello di preparazione in quel momento. E sai quali sono le caratteristiche di un buon allenamento? Aumentare gradualmente frequenza, intensità e durata delle sessioni!
Pensa a qualche personaggio che ammiri per i suoi successi: ti sarà facile riconoscere che anche lui si basa su questi tre fattori per essere sempre al top.
Silvio Crosera, psicologo-psicoterapeuta.
Ciao, sono Carla Perusini e faccio la pedagogista.
Queste righe di presentazione sono un’occasione per riflettere sul senso del mio lavoro quotidiano con gli studenti come te.
Perché scrivere mi costringe a indugiare con il pensiero rivolto un po’ più in profondità. È come fare una foto, significa rallentare un momento, sostare per inquadrare e poi scattare.
Io lavoro per il cambiamento degli altri e anche mio, sostengo e incito i ragazzi a spostare il loro punto di vista su se stessi, le cose e il mondo.
Perché guardando dentro se stessi è possibile cogliere aspetti della propria persona che prima non si conoscevano. Questi conducono in territori nuovi che rappresentano l’apertura a innumerevoli possibilità. Proprio lì, dove fino a poco prima si credeva che la strada fosse interrotta.
Scrutando attraverso le nuove e più preziose lenti della conoscenza di sé, la realtà si presenta più flessibile e suscettibile di essere modificata attraverso l’impegno personale.
Qui ti parlerò di una “possibilità” tra le tante, ossia quella di trasformare lo studio in desiderio. Perché i desideri rendono realizzabile qualsiasi cosa. E che cosa vi è di più sorprendente di ritrovarti con il desiderio di imparare quando, ormai, la voglia di studiare ti aveva abbandonato?
Allora, ti lascio intanto qualche spunto, puoi agganciarti a quelli che senti più vicini a te e, se vuoi… cominciare a spostare il tuo sguardo.
– Fermati, ascolta i tuoi pensieri, lasciati trasportare fino a incontrare i tuoi desideri. Sai, sono un po’ furbetti, spesso si nascondono dietro alla paura di non farcela.
– Anche per i desideri servono metodo e costanza.
– I sogni sono progetti che si realizzano.
– Impara per te e per l’amore che provi per te stesso.
– Se hai voglia di scoprirle, ci sono sempre delle relazioni tra ciò che studi e le esperienze che fai nella tua vita, ad esempio una cartina geografica può trasformarsi nel sogno di viaggiare in un posto sconosciuto…
– Tu sei molto di più dei voti che prendi a scuola.
– Ogni riga, paragrafo o capitolo di un libro possono essere trasformati in una domanda da fare a te stesso.
– Anche tu puoi contribuire a costruire il “sapere”, con un po’ di pensiero critico.
– Hai il diritto di aspettarti una scuola che si prenda cura di te e delle tue emozioni.
– I professori sono mediatori dell’apprendimento, non il fine. Se non ti piace un professore, puoi comunque amare la materia che insegna.
– È bello condividere ciò che s’impara con gli amici.
Carla Perusini, pedagogista.